La contraccezione non è una pratica recente, le tecniche di controllo delle nascite erano utilizzate anche da popolazioni più antiche. Una delle prime testimonianze di anticoncezionale si trova nel papiro egizio di Ebers, risalente al 1550 A.C. |
Nella scrittura si consigliava di applicare sul pene un tampone fatto di mollica di pane mischiata con acacia, miele e datteri. Si sperava in questo modo di “inibire” il liquido spermatico. Purtroppo, era una pratica molto inefficace anche se recentemente è stato dimostrato che l’acido lattico prodotto dalla fermentazione dell’acacia ha una modestissima azione spermicida. |
Ci sono anche testimonianze di anticoncezionali volti più che altro al controllo della diffusione di malattie veneree; ciò prova quindi che il concetto di malattia sessualmente trasmissibile era conosciuto già dall’epoca degli antichi egizi che, per evitarle, usavano una sorta di preservativo, che ai tempi veniva ricavato dall’intestino animale.
Questa è una delle prime testimonianze rinvenute del preservativo e la tecnica di utilizzare le interiora animali si diffuse in tutto il mondo e rimase in auge per molto tempo, le società greche e romane svilupparono anche delle linee guida su cui veniva riportato quale organo di quale animale doveva essere utilizzato. Solo nel 1855 questa tecnica raggiunse la sua fine, col concepimento del primo preservativo in gomma si cominciò a seguire la strada dei preservativi sintetici.
Abbiamo testimonianze anche di metodi anticoncezionali non dissimili dall’attuale pillola.
Nell’antica Grecia si ricorreva all’ormai estinta pianta del Silfio, estremamente popolare nel periodo dal VI al I sec. A.C.
Questa pianta viene citata più volte negli scritti degli antichi (Catullo per primo ne descrisse le proprietà anticoncezionali) e il suo aspetto venne descritto per la prima volta dal botanico greco Teofrasto; secondo il quale le foglie del Silfio sarebbero state simili a quelle del sedano, con un odore molto gradevole, mentre i semi avrebbero avuto una vaga forma di un cuore. Questa pianta era utilizzata come spezia, medicinale e anticoncezionale.
Il silfio (citato per la prima volta in un poema ateniese del VI secolo a.C.) veniva utilizzato anche come spezia; il suo aroma forte e gradevole lo rendeva ideale per insaporire alimenti di ogni tipo.
Alle donne che volevano evitare una gravidanza indesiderata si consigliava di assumerlo periodicamente una volta al mese.
Nella contraccezione ovviamente non mancavano nemmeno i riti magici, che supplivano alle lacune culturali. Vediamone alcuni esempi insieme:
Le donne dell’antica Roma erano solite a mettersi un ragno sotto l’ascella. In epoca medievale invece si prediligeva il consumo di un tè fatto di semi fermentati di alberi che non davano frutti.
Non erano di certo più evoluti i metodi utilizzati in epoca Rinascimentale. Anni di rinascita delle arti e delle scienze, epoca di Lorenzo il magnifico e dei più famosi artisti italiani: Leonardo, Michelangelo, Raffaello… ma ci cadono qui: sulla contraccezione. Era di dominio pubblico che mettere un cuore di salamandra vicino alle ginocchia diminuisse le possibilità di rimanere incinta. Ma una lancia in loro favore dobbiamo spezzarla: non mancavano certo di ingegno e fantasia!
Il concetto di contraccezione è sempre stato conosciuto e praticato nella storia umana e le società più antiche promuovevano l’uso di anticoncezionali (tant’è che la pianta del Silfio si estinse per l’eccessiva richiesta).
Le cose cambieranno a causa della Chiesa..
Questo articolo è stato scritto a quattro mani con mio fratello Marco: mezzo studente di medicina e mezzo attore di teatro. Si tratta di un piccolo estratto di una sua ricerca universitaria (resa un po’ meno pesante). Ci vediamo con la seconda parte con l’impatto che ebbe la chiesa su queste pratiche “vergognose”.
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