Il surrealismo è un’ arte provocatoria, irriverente, che non si fa scrupoli ad urtare il nostro delicatissimo sistema emotivo, toccando e dissacrando i temi più forti.Il surrealismo non ha limiti e l’intoccabile non esiste.
Max Ernst entra nella cerchia dei surrealisti con il dipinto: “La Vergine sculaccia il bambino Gesù davanti a tre testimoni: Andrè Breton, Paul Éluard e il pittore ” e viene subito condannato per blasfemia.
Il suo orientamento artistico è influenzato dalla pittura di Giorgio De Chirico e dalla conoscenza di Freud e della psicoanalisi, ma soprattutto da una esperienza diretta avuta all’interno di un ospedale psichiatrico.
Ma ora, perché ci scandalizziamo? Sia che siate credenti o no, Gesù è un personaggio storico e sicuramente qualche ceffone ben piazzato se lo sarà preso, anche perché doveva pur essere educato in qualche modo per diventare l’uomo che oggi conosciamo. Poi, la madre del figlio di Dio, avrà saputo due o tre cosette in più di Gesù bambino; e pensate che a Bisanzio la fama della Vergine era quasi più alta di quella del figlio di Dio.
Attraverso un gesto semplice e umano, Ernst distrugge la connotazione divina di Gesù, che diventa un bambino tra tanti bambini imperfetti. Umano come chiunque e mentre Maria ha l’aureola in testa, quella di Gesù è caduta a terra a suon di botte.
Il rifiuto della concezione religiosa é probabilmente causato da un evento traumatico avvenuto nell’infanzia del pittore: la morte della sorella maggiore Maria. Il piccolo Max non riuscirà a trovare nessuna spiegazione al verificarsi del tragico evento, e quel dolore si è riversato in un rifiuto categorico di Dio e della figura paterna (uomo cattolico e molto credente). La figura genitoriale assume qui un carattere negativo e portatore di dolore e allo stesso tempo Ernst da uno schiaffo alla natura divina di Gesù e al cristianesimo.
Molti storici dell’arte hanno sovente confermato i riferimenti classici dell’opera di Ernst. Recentemente, studiando “la Vergine sculaccia il bambino Gesù” sono state trovate innumerevoli somiglianze con La madonna dal collo lungo del Parmigianino.
Inoltre è stata avanzata l’ipotesi che Ernst avrebbe tratto ispirazione per il volto della vergine dalle sibille dipinte da Michelangelo nella Cappella Sistina.
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