La Sardegna è un luogo misterioso e parecchio strano. E’ un luogo in cui la vita viene celebrata ogni giorno, in cui le tradizioni hanno radici profonde e storia e natura sono legate indissolubilmente. Isola che ospita il più grande numero di centenari del mondo e più di 8.000 nuraghi: i “castelli” più antichi d’Occidente.
Oggi vorrei portarvi con me a Barumini, un piccolo comune di 1.127 abitanti che ospita il più antico nuraghe sardo. È uno dei 55 siti italiani inseriti dall’UNESCO nella World Heritage List e l’unico dell’isola.
Ma andiamo per ordine: come si pronuncia?
“Su Nuraxi” significa IL Nuraghe, perché è uno dei nuraghi per eccellenza della Sardegna. La pronuncia è molto importante se non volete far arrabbiare qualcuno. La x in sardo si pronuncia come una specie di “g-sc” più morbida e sinuosa in cui la g quasi non si sente, quindi “su nuragsci”. Per me è sempre stata una pronuncia normale, ma stando con Matteo, milanese doc, mi sono accorta che non lo era.
La prima volta che venne a trovarmi in Sardegna passammo davanti ad un forno che vendeva il “cifraxiu”: un pane tipico sardo che a ma non fa proprio impazzire. Matteo mi guarda e chi chiede cosa fosse il
CIFRAXXXXIU, penso di essere morta un po’ quella mattina, così come tutti i sardi intorno a noi. Ora però, ha imparato a pronunciare questa strana “x” nelle parole sarde e ne va molto fiero.
Qual è la funzione del nuraghe?
I nuraghi, probabilmente erano zone che servivano a delimitare e controllare il territorio; che nel tempo vengono fortificate e la loro forma e destinazione d’uso, cambia.
Non abbiamo certezze assolute su cosa essi siano perché non sono mai state trovate scritture o graffiti di alcun genere, ma secondo supposizioni di studiosi, i nuraghi, poetavano essere utilizzati come luoghi di culto o abitazioni-fortezze.
Nuraghi come luoghi di culto
Gli studiosi pensano che si tratti di luogo di culto, perché vicino alla torre centrale di Su Nuraxi, si trova un pozzo di 15 metri di profondità. La vita non esiste senza acqua e moltissime religioni girano appunto attorno all’acqua.
Sicuramente la storia cambia appena vengono costruite 4 torri disposte attorno alla torre centrale e nei 4 punti cardinali, ma questo potrebbe sottolineare ulteriormente l’ipotesi del luogo di culto.
In molte religioni, infatti, i punti cardinali sono utilizzati per simboleggiare la potenza del proprio Dio e di come questo vegli su tutto il mondo. Ma non solo, il simbolo dei quattro punti cardinali è stato spesso utilizzato anche da molti re come esaltazione della propria potenza e vastità del regno. Quindi: potere o religione? Forse non lo scopriremo mai.
La storia del nuraghe di Barumini
Su Nuraxi presenta una stratificazione culturale di oltre 2000 anni, cioè dal 1500 a.C. al VII sec. d.C. Per la sua realizzazione si possono distinguere le diverse fasi evolutive grazie ai materiali utilizzati.
Il principale materiale utilizzato per la sua costruzione è il basalto, una pietra vulcanica molto dura proveniente dall’altopiano della Giara. Il basalto veniva importato, in blocchi da circa 4.000kg, dell’altipiano che distava, circa 4 km dal sito.
Il problema che ci dobbiamo porre quindi non è solo come costruivano, ma soprattutto “come trasportavano?”.
Il nuraghe di Barumini nasce nel bronzo medio (15000-13000 a.e.c.) come una sola torre di tre piani, alta 20 metri e coperta con una falsa cupola. In un primissimo momento era probabilmente utilizzata come delimitazione del territorio o luogo di culto, perché costruita accanto ad un pozzo.
Nel II sec a.e.c. viene costruito un secondo muro che fascia completamente il nuraghe e va a modificarne ulteriormente la forma, bloccando le finestrelle e l’accesso originario a terra.
Da questo momento quindi, per entrare nella torre centrale del nuraghe, c’era un’unica apertura situata nella parete nord-est a 7 metri di altezza.
La torre centrale, quindi non era più facilmente accessibile e probabilmente ci si serviva di funi o scale. Per sopperire alle, ormai murate, finestrelle a bocca di lupo (le feritoie dei castelli medievali per intenderci ) vengono costruite altre 4 torri.
I passaggi stretti e le porte basse sono state create così per non consentire l’accesso a più di una persona alla volta, probabilmente per creare una struttura che potesse essere più difensiva possibile.
Vi starete forse chiedendo “ma da chi si difendono e perché?”, anche perché intorno non è stato trovato alcun resto di clan nemici o possibili minacce. Ecco, non lo sappiamo ancora e queste sono le domande che gli studiosi si pongono continuamente, senza trovare risposte.
Il villaggio nascerà più tardi e il simbolo di forza e potere del nuraghe, decade. L’errore che spesso compiamo, è quello di pensare che prima venne costruito il villaggio e poi la fortezza per difenderlo, fu esattamente il contrario. Infatti i nuraghi a castello vengono inseriti in un contesto che va dal XX/XV sec. a.e.c. al X sec a.e.c. dopo di che, quella che noi chiamiamo civiltà nuragica continua a vivere senza costruire più i castelli, ma solamente villaggi di capanne.
Acqua e religione
Ma perché gli studiosi hanno associato la creazione di pozzi ad una religione e ad un possibile luogo di culto?
L’acqua, da sempre è associata alla purificazione e all’esistenza, perché è solo grazie ad essa che la vita prolifera e cresce. Laddove ci sia acqua, possono essere costruiti villaggi e nascere comunità. Indaghiamo ora i rapporti tra l’acqua e alcune religioni.
Induismo
La tradizione induista ha da sempre uno strettissimo rapporto con l’acqua. Molto spesso, i principali luoghi di culto sono posizionati sulle sponde dei fiumi considerati sacri, come il Gange, la Yamuna ecc. È credenza comune credere che immergendosi nelle acque del Gange (uno dei sette fiumi sacri) tutti i peccati vengano lavati via. Esistono inoltre anche tantissimi pozzi per le abluzioni rituali, divisi per caste, in cui il fedele deve immergersi per purificare la propria anima.
Buddhismo
Per i Buddisti, l’acqua simboleggia purezza e tranquillità e viene celebrata attraverso una vera e propria festa. Secondo le tradizioni locali, ha il potere di lavare via la sfortuna e le cattive azioni compiute durante l’anno.
Cristianesimo
Per il culto cristiano, l’acqua, oltre ad essere considerata elemento di purificazione è soprattutto elemento di salvezza. Nel Cristianesimo l’acqua è legata a uno dei sacramenti più importanti: il battesimo.
Ebraismo
Nell’Ebraismo, le purificazioni con l’acqua assumono due forme principali: la tevilah, un’immersione completa e la netilat yadatim, il rituale del lavaggio delle mani con una caraffa. Nella tradizione ebraica, il lavaggio rituale ha lo scopo di ripristinare o mantenere uno stato di “purezza”.
Islamismo
Per la cultura islamica l’acqua è un dono che va protetto soprattutto per il suo valore di purificazione. Proprio per questo motivo, alcune moschee hanno al loro interno un cortile con una piscina di acqua limpida in cui purificarsi. I musulmani devono essere “ritualmente puri” prima di poter entrare nei luoghi di culto.
Ogni studioso ha una propria interpretazione riguardo a cosa sia un nuraghe. Un’interpretazione data dal proprio bagaglio culturale e dagli scavi effettuati durante la propria carriera e probabilmente non si scoprirà mai cosa nascondessero veramente questi giganti di pietra, quali fossero le loro funzioni e perché siano stati costruiti.
Non ci resta che accettare questa terra straniera e sognare tra leggende di giganti, fate e porte per l’inferno e forse un giorno, quando saremo pronti, scopriremo la verità.
Peace