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Misteri ed enigmi nell’archeologia e nell’arte

A tutti sarà capitato almeno una volta nella vita, di trovarsi davanti a un’opera d’arte. Viaggiare con la fantasia rimanendone rapiti per ore e allo stesso tempo percepire che nasconda qualche segreto o intrigo.

A me capita molto spesso e mi sento una sorta di Indiana Jones dei poveri, perché fino ad ora non ho scoperto niente. Nessuna intuizione brillante. Solo fantasie di una ragazza nostalgica per un passato distante e mai vissuto.

Soffro della maledizione di “Midnight in Paris”, ma non per i ruggenti anni 20, bensì per l’epoca assai più triste di fine 800, inizio 900. Vi prego, ditemi che non sono pazza.

L’autore

Ecco, Claudio Saporetti è sicuramente come noi, ma più studiato e ha deciso di aiutarci e alleviare i nostri mali riunendo tutti i suoi studi, sparsi tra varie pubblicazioni, in un unico volume intitolato “Misteri ed enigmi nell’archeologia e nell’arte“. L’autore è un assirologo, archeologo, storico dell’arte e direttore della rivista Geo-Archeologia. Durante i suoi viaggi, in Italia e in Medio Oriente ha raccolto pensieri, idee e ipotesi sul nostro patrimonio artistico, misurandosi con enigmi dai più piccini ai più grandi, a volte risolvendoli in modo brillante, altre invece lasciandoci in eredità il compito di diradare la nebbia che li avvolge e la curiosità e la passione necessaria per risolverli. Sadico.


Trama alla veloce senza spoiler

Questo saggio non ha una vera e propria trama, bensì un filo conduttore: provare a scovare quali misteri si nascondano dietro opere e artisti di epoche differenti.

Il volume è diviso in 60 capitoli e non sono presentati in ordine cronologico, quindi possiamo trovare Munch e al paragrafo successivo Agostino di Duccio. La scelta può non incontrare i gusti di tutti, ma io personalmente ne sono rimasta estasiata perché questo mi ha permesso di scegliere sempre quale capitolo leggere a seconda dei miei desideri della giornata e di gestire tutto a modo mio saltando da un capitolo all’altro, guidata solamente dalla mia sete di scoperta.

Il saggio si presenta quindi come un vasto museo di 436 pagine, visitabile nel modo che il visitatore ritiene più opportuno. Saporetti ci porta in un eclatante viaggio senza usare troppi orpelli e parole astruse, anche se a mio avviso questo saggio sarebbe da consigliare a un pubblico che mastica qualche rudimento di storia dell’arte… un neofita potrebbe rimarne traumatizzato. Farò la prova con Matteo e vi faccio sapere cosa ne pensa e se riesce a finirlo.

Io mi immagino Brizi, che mi lancia il libro e diventa così.


Struttura

Scorrendo tra le pagine, Claudio Saporetti mi ha fatto sorridere e riflettere molto, creando collegamenti non sempre semplici e a volte con opere da me sconosciute che ho dovuto cercare su internet per avere un supporto visivo.

Nonostante le immagini non siano tantissime e quelle presentate siano in bianco e nero (se fossero a colori il saggio avrebbe costi proibitivi), questo è un libro che conosce i suoi limiti e io lo apprezzo tantissimo. Non ostenta, non usa paroloni, non crea collegamenti forzati e soprattutto non si prende troppo sul serio. Ho amato la sottile ironia dell’autore e la divertentissima accidia con la quale si beffa di molti colleghi storici dell’arte.

E’ un lavoro difficilissimo quello di prendere in giro senza offendere, quello di parlare con leggerezza di argomenti storico-artistici senza scadere nel dilettantismo e Saporetti ne è un maestro. Sono felice di consigliare questo saggio, che non smette mai di stupire e che leggerò sicuramente altre 200 volte. Chissà, magari qualche enigma sarò io a risolverlo.


Facciamo i venali

Lo so. Questo è un saggio che a prima vista può sembrare poco umile per il prezzo, ma considerando il lavoro che c’è dietro e quante cose interessanti si scoprano ad ogni pagina, allora dobbiamo dissentire.

Il volume ha un costo di 25€, ma ho una bella notizia per voi. Oggi per il black Friday, sul sito de La lepre edizioni, con l’acquisto di due titoli, hai uno sconto del 40%. Insieme potreste provare a leggere uno di questi romanzi: “Mia nonna d’Armenia” o “La mantella rossa“. Non ho letto nessuno dei due, ma ho visto parecchie recensioni che ne parlano molto bene e sicuramente saranno i prossimi della mia lunghissima lista.


Consiglio:

Se vi state approcciando oggi al magico mondo della storia dell’arte allora non ne raccomando la lettura come primo saggio, ma se avete già una passione ben salda dentro di voi la domanda che vi pongo è una sola :” Cosa stai aspettando?

Mi piacerebbe tantissimo avere un riscontro con ognuno di voi e sono tentata di iniziare un piccolo gruppo di lettura attorno a questo saggio, così da poter raccogliere tutti i vostri pensierini carrrinii. Fatemi sapere scrivendomi un commento qui sotto, o sul mio profilo Instagram.

Peace

 

Francesca Anita Gigli

Divulgatrice culturale e collaboratrice di Finestre sull'Arte, ho creato Likeitalians nel 2020 per rendere la cultura alla portata di tutti. Sono una studentessa di Storia dell'arte, di quelle che non si prendono troppo sul serio. Leggo libri, scalo montagne, parlo di arte e di culture con spensieratezza. Sono una vagabonda e la nonna da piccola mi chiamava zingara, forse ci ha azzeccato prima di tutti.

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Francesca Anita Gigli

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