Qualunque cosa i musei di Vienna facciano, sono sempre perseguitati dalla pericolosissima tenaglia della censura.
È iniziato tutto nel 2017, quando Vienna si stava preparando per celebrare il centesimo anniversario dalla morte di Klimt e Schiele (1918-2018). L’ente del turismo di Vienna diede inizio a una campagna pubblicitaria dalla portata enorme che vedeva raffigurate opere dei due mirabili maestri. Inutile dire che questa venne stroncata sul nascere dalla compagnia dei trasporti di Londra che si rifiutò di affiggere tali oscenità.
Come rispose Vienna? Con una geniale e intelligentissima pubblicità in cui le parti dei manifesti con seni e genitali vengono coperti con la scritta: «Scusateci, abbiamo più di 100 anni ma siamo troppo audaci ancora oggi». Accanto al messaggio compariva l’hashtag #ToArtItsFreedom in riferimento al motto della secessione viennese.
A ogni epoca la sua arte e a ogni arte la sua libertà”
La censura è un’arma pericolosissima che sovente alimenta la disinformazione. Ma inoltre mi chiedo: perché il seno di una donna, o un’opera d’arte di sesso o tenerezze deve subire censura e le cattiverie e le violenze che perpetra l’uomo nel mondo no? Perchè l’amore e il sesso ci disgustano più della violenza? Perchè essa è più accettabile?
Lo sapeva bene Egon Schiele, del quale i contemporanei dicevano «Non ha talento, non segue alcun canone estetico e rifugge ogni bellezza, è offensivo, esplicito e la sua non è arte: è pornografia!». E ancora oggi, a più di 100 anni dalla sua morte, non siamo ancora in grado di accettarlo, i social non ne sono in grado.
Egon Schiele possedeva un animo tormentato e fuori dagli schemi, ma non si piegò mai al conformismo. Neppure dopo aver visto moltissimi dei suoi disegni e acquarelli messi al rogo dal tribunale. Un’arte, la sua, totalmente diversa, ossessionata dal corpo umano e dalla sua fragilità e imperfezione. La carica erotica dei suoi dipinti, la tensione, la paura, la rappresentazione di ogni singolo e flebile moto dell’anima, l’erotismo intrinseco dei corpi, tutto questo terrorizzava i ben pensanti dell’epoca. Minava quell’immobile ordine asburgico che lentamente si stava sgretolando.
In questo periodo infatti convivevano il progresso scientifico e un senso di stagnazione sociale.
Il potere politico, che nel 700 era riformista e rivoluzionario, ora diventa conservatore. La società viennese si chiude nella sua preziosa facciata dorata dietro la quale ogni cosa si stava disgregando. Nascondendosi dietro uno sfarzo che non accetta alcun tipo di cambiamento.
Inizia la fine della belle époque. È l’inizio delle secessioni e dell’arte “degenerata“ come la considerò, poi, il partito nazionalsocialista.
Ma torniamo ad oggi, perché nel 2021 è ancora troppo difficile accettare l’arte erotica e anche likeitalians, nel suo piccolo, era stato censurato da Instagram e mi ero vista bloccare il profilo per una settimana, dopo aver pubblicato “Le tre Grazie” di Raffaello, del 1503-04 (MILLECINQUECENTO, ebbene si, avete letto bene).
Ecco, i musei di Vienna hanno deciso di non sopportare oltre e approdare su OnlyFans, una piattaforma dove gli utenti vendono contenuti per adulti.
Vienna e le sue istituzioni artistiche sono tra le vittime di questa nuova ondata di pudore”
Lo sfinimento finale inizia a luglio quando l’account dell’Albertina Museum si vede prima sospeso e poi cancellato da Tik Tok dopo aver pubblicato opere del fotografo giapponese Nobuyoshi Araki.
Questa è solo la punta dell’iceberg. Prima Schiele a Londra, la Venere di Willendorf e “Gli amanti” (Liebespaar) di Koloman Moser rimossi da Facebook perché pornografici, poi. Dopo le fotografia di Araki l’ente del turismo non ne può più e, trattandosi di arte erotica non accettata dai social, ha deciso di trasferirsi sul famoso portale a pagamento.
Sembra che l’ente del turismo di Vienna abbia dunque trovato un escamotage, ma comunque non ha potuto pubblicizzare l’approdo sulla piattaforma perchè non permesso dai vari social. Oltre il danno la beffa.
Cosa pensate voi di tutto questo?
Vorrei chiudere quest’articolo con una frase di Schiele che dovrebbe essere un mantra di questi tempi
Nessuna opera d’arte erotica è una porcheria, quand’è artisticamente rilevante, diventa una porcheria solo tramite l’osservatore, se costui è un porco.
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