La fortunata fama del basilisco si deve, senza alcun dubbio, al romanzo Harry Potter e la camera dei segreti. Si tratta di una delle più letali e feroci creature nate in seno alla mitologia e il suo nome deriva da βασιλίσκος, letteralmente “piccolo re”.
Le origini classiche
Come è ben noto, la diffusione di un determinato simbolo iconografico nell’arte, è spesso influenzata e vincolata ai testi letterari classici. In questi, infatti, la realtà viene plasmata dalla fervida immaginazione umana, influenzando l’immaginario comune e fornendo, agli artisti, nuovi spunti.
Il famoso basilisco, con il quale si scontra il giovane mago Harry, non è altro che la trasposizione cinematografica dell’immaginario greco.
Il primo accenno alla figura del mostro si trova nel testo greco dei Theriaca di Nicandro di Colofone, databile al II secolo a.C.
Qui il basilisco viene descritto come un serpente dalle dimensioni piuttosto ridotte, ma incredibilmente forte e velenoso, tanto da essere nominato “re dei serpenti”. Esso, potrebbe sembrare innocuo, ma provoca una morte immediata, incenerendo o tramutando in pietra il malcapitato essere vivente. E, dove la vista del basilisco non arriva, ci pensa il potentissimo fiato colmo di veleno.
Secondo le fonti antiche, tutti gli esseri viventi potrebbero essere vittime del potente basilisco, il cui sguardo è capace di fare avvizzire anche l’erba fresca.
L’etimologia regale del basilisco, sembrerebbe derivare dalla Naturalis Historia di Plinio. Il filosofo, racconta di come la natura avesse voluto distinguere il rettile con una macchia bianca sul capo, simile a una corona. Un emblema evidentissimo, questo, dell’indiscussa superiorità sugli altri rettili.
In quanto “re” il basilisco è temuto da tutti gli animali, che evitano anche di bere dalla stessa pozza d’acqua per paura di essere avvelenati.
L’attivita venefica, così fortemente sottolineata dalle fonti classiche, trova la sua spiegazione nella genesi della bestia, che deriva proprio da una goccia di veleno.
Il mito della nascita del basilisco
Secondo le parole di Lucano, Perseo, contraddistinto da quella feroce spavalderia tipica degli eroi,si innalzò in volo con i suoi calzari alati tenendo in mano la testa di Medusa appena sconfitta.
La testa della Gorgone grondava ancora sangue misto a veleno e Atena mandò il figlio di Zeus a perlustrare il deserto libico. Purtroppo, però, “quella terra sterile e i campi infecondi s’imbevono del veleno che stilla dal putrescente capo di Medusa e la triste rugiada del fiero sangue vien fermentata dalle aride zolle disabbia che riscaldano con il loro calore”.
Ogni goccia di sangue creò una diversa tipologia di serpe e proprio dall’ultima, più velenosa e tossica, venne generato il basilisco.
La particolare connessione al mito di Medusa e Perseo è ovviamente data dalla capacità del rettile di uccidere con il suo sguardo, esattamente come Medusa pietrificava i nemici.
Il basilisco nel medioevo
È a partire dal Medioevo, però, che il basilisco subisce una pazza e radicale trasformazione in un nuovo ibrido tra serpente e gallo.
La leggenda vuole che il basilisco sia nato da un uovo di gallo covato per 7 anni da un rospo e che abbia il potere di pietrificare chi lo guarda.
Il basilisco ha quindi la testa di gallo, il corpo da uccello e la coda di serpente ed è simbolo del male per eccellenza.
Questa nuova iconografia, diffusa a partire dai testi dei bestiari, dipende da differenti teorie riguardo alla sua genesi. Molti studiosi hanno ipotizzato che l’origine sia da ricercare in un passo della Bibbia: «Dischiudono uova di serpenti velenosi, tessono tele di ragno; chi mangia quelle uova morirà e dall’uovo schiacciato esce un basilisco»
Come fabbricare un basilisco
Il fatto che un animale come il gallo potesse deporre delle uova non era affatto ritenuto inverosimile, anzi, si attestano diverse teorie che si sforzano di spiegare come ciò potesse verificarsi.
La prima attestazione nota della nascita del basilisco da un uovo di gallo risale all’inglese Beda “Il venerabile”(672-735). Era fra le personalità culturali di maggior rilievo dell’ VIII secolo.
Secondo la teoria del monaco, può accadere che un gallo molto vecchio deponga un uovo. Il suddetto uovo, trovato e covato da un serpente darà vita al basilisco. Questo però potrà accadere solo nel periodo della canicola che inizia con il sorgere di Sirio nella costellazione del cane il 25 luglio e finisce con il tramonto della medesima stella il 24 agosto. Questo breve periodo, viene considerato da Beda come l’unico adatto alla nascita del basilisco.
Molto interessante è anche la Testimonianza di Teofilo che descrive, passo passo, come riuscire a generare lo strano ibrido.
Teofilo suggerisce di rinchiudere in un sotterraneo dei galli molto vecchi e dar loro molto da mangiare. Una volta diventati grassi e stanchi, i due pennuti, a causa dell’eccessivo calore sarebbero spinti a copulare. Successivamente i due deporranno delle uova, che dovranno essere covate da rospi o serpenti (dipende da cosa avete a disposizione in casa).
Quando le uova si schiudono, nascono dei normali pulcini che dopo poche settimane presenteranno a forma del basilisco.
Arte medievale
Il medioevo fu attratto e ossessionato da questo strano ibrido, tanto che non mancano la sue rappresentazioni in diverse chiese.
Nel battistero di Parma, si trova una formella che rappresenta un basilisco con testa di gallo, corpo di drago e zampe di uccello. Questa fa parte dello zooforo di Benedetto Antelami, una serie di 75 formelle quadrate scolpite nel marmo rosso di Verona. Nelle formelle sono rappresentate bestie, uomini e animali, alcuni, di difficile interpretazione.
Qui puoi vedere il modello 3D.
Nel bestiario del male sono raffigurati: il serpente, la scimmia, il drago, il basilisco e tante altre creature cattivissime secondo le religione cristiana.
Nella chiesa di San Lazzaro ad Autun è stato ritrovato uno strano capitello rappresentante un basilisco cavalcato e trafitto dalla spada di una figura umana. Questo, per simboleggiare la vittoria del bene sul male.